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           Futuro in tedesco si
          dice "Zukunft". Parecchi anni fa l'iniziale di questa parola
          fu utilizzata per la prima volta da BMW per dare il nome ad un'auto
          prodotta in serie. Questo accadde tra il 1988 ed il 1991 quando furono
          prodotti ben 8000 esemplari di un'auto fantastica, chiamata appunto
          Z1, che ancora oggi riesce ad interpretare al meglio il significato
          della parola da cui deriva il suo nome. 
            
          La BMW Z1 è un'auto
          nata come prototipo e successivamente prodotta in serie. Con la
          realizzazione di questa auto i tecnici ed i disegnatori della casa
          bavarese hanno potuto dare libero sfogo alle loro idee ed alla loro
          creatività, riunendo soluzioni stilistiche classiche con idee
          tecniche all'avanguardia. 
           
          
    
          La BMW Z1 è
          un'automobile 2 posti roadster con capote in tela. La trasmissione ed
          il motore sono di derivazione 325 E30 (2500cc con 125KW) montati su di
          una struttura portante monoscocca in acciaio zincato con pianale in
          materiale sintetico incollato. La carrozzeria sportiva, realizzata con
          pannelli di varie resine e materiali compositi, è montata
          direttamente sul telaio. Le sospensioni anteriori (McPherson) sono
          derivate della 325 ma ridisegnate con carreggiata più larga. La
          sospensione posteriore è invece inedita, ed è denominata
          "assale Z". 
           
          
 Il particolare più
          distintivo della carrozzeria è nelle portiere motorizzate
          elettricamente: in fase di apertura scorrono verticalmente
          posizionandosi sotto la pannellatura laterale e creando una macchina
          'aperta' rivoluzionaria. La linea della Z1 diventa particolarmente
          originale quando le portiere sono aperte e la capote è ripiegata e
          nascosta sotto il suo pannello di copertura. 
           
          
 Lo chassis è
          realizzato con acciaio zincato a caldo, mentre invece per la
          carrozzeria sono stati impiegati dei pannelli composti da 5 diversi
          tipi di materiali plastici. Per la verniciatura BMW ha sviluppato
          insieme ad AKZO una nuova speciale vernice denominata "VARIOFLEX",
          in grado di garantire un ottimo risultato di applicazione sui diversi
          materiali. 
           
           
          
 Durante la prima fase
          di commercializzazione della vettura, BMW ha ipotizzato che i
          proprietari potessero comprare un set aggiuntivo di pannelli della
          carrozzeria in modo da poter cambiare il colore a piacimento, questa
          operazione è resa possibile dal fatto che i pannelli non sono saldati
          (in quanto realizzati con materiali plastici) ma sono montati con
          diversi sistemi di bloccaggio. 
          Inizialmente si era ipotizzato che l'operazione di smontaggio e
          rimontaggio della pannellatura richiedesse circa 40 minuti. In realtà
          invece questa operazione richiede 1 giorno pieno di lavoro per 2
          persone. Inoltre il box di casa non si presta affatto come luogo
          migliore per l'esecuzione di un lavoro a regola d'arte. Anche
          l'aspetto finanziario è sfavorevole nei confronti della fattibilità
          di questa operazione: il prezzo di una pannellatura completa
          aggiuntiva supera il costo di acquisto di un'utilitaria nuova. 
           
          
 Uno dei punti di
          forza della Z1 è l'aerodinamica, che per i tempi vantava un
          coefficiente di penetrazione (CX) veramente invidiabile per questo
          genere di vettura: 0,36 con il tetto chiuso, che diventa invece 0,43
          quando è scoperta. La tenuta di strada è ottima in qualsiasi
          condizione e non subisce grandi variazioni neanche a vettura scoperta
          ed alta velocità. Il design del sottoscocca influenza moltissimo
          questo fattore, la parte al di sotto della vettura è infatti coperta
          con un pannello piatto e liscio realizzato in materiale composito
          appositamente studiato per ridurre le turbolenze che si creano nella
          parte posteriore dove è situata la marmitta. 
           
          
 La marmitta è un'ala
          rovesciata che lavora insieme alle prese d'aria ricavate nel paraurti
          posteriore (che svolge funzione di flap) sfruttando la forza dell'aria
          per creare una spinta verticale verso il basso. 
          La marmitta svolge una funzione normalmente ottenuta con
          l'applicazione di un alettone posteriore, essa crea una zona di bassa
          pressione che viene sfruttata per aumentare l'aderenza migliorando la
          tenuta di strada. La sua particolare forma, sfruttando una presa
          d'aria ricavata nel paraurti posteriore, estrae aria da sotto la
          vettura schiacciandola a terra (idea di derivazione aeronautica). 
          Nella parte frontale viene invece utilizzata la forma (angolazione e
          sagomatura) del muso per creare una zona di alta pressione in grado di
          aumentare l'aderenza dell'avantreno. La parte anteriore della vettura
          ha una curva concava che diventa poi convessa normalizzandosi. La zona
          di alta pressione viene creata esattamente sopra l'avantreno. 
           
          
 Durante l'intera
          produzione non ci sono state variazioni significative. Inoltre in fase
          di acquisto non era previsto nessun optional. Si potrebbe dire che la
          Z1 aveva già tutto di serie, ma questa frase va rapporatata al
          periodo in cui è stata prodotta: aveva l'autoradio, l'ABS e la
          marmitta catalitica. I vetri elettrici erano chiaramente integrati con
          il sistema di apertura delle portiere. Guardandola però con gli occhi
          di oggi ci si rende conto che mancava il condizionatore (difficile da
          montare per problemi di spazio nel vano motore), l'AirBag (che nel
          piccolo volante non si sarebbe proprio trovato a suo agio), i
          fendinebbia (per i quali non è stata neanche realizzata una
          predisposizione), la capote elettrica (il già microscopico bagagliaio
          sarebbe stato riempito dai componenti necessari per la movimentazione
          automatica), l'hard-top, e altri particolari che oggi sarebbero da
          considerarsi quasi indispensabili. Per fortuna alcuni artigiani
          tedeschi hanno provveduto a colmare le lacuna lasciate dalla casa
          madre fornendo gli accessori più svariati, come per esempio: hard-top,
          alette frangivento, marmitte con terminali cromati, ecc… 
           
          
 Le vetture furono
          realizzate inizialmente solo in quattro colori: rosso e giallo
          pastello, verde e nero metallizzato. Verso la fine della produzione ne
          vennero realizzate un certo numero in blu e viola metallizzato. 
          La colorazione degli interni invece aveva 4 scelte, non tutte però
          erano disponibili per qualsiasi colore di esterno. Le scelte erano:
          crema o rosso in combinazione pelle/stoffa, oppure grigio chiaro e
          grigio scuro in combinazione nappa/pelle scamosciata. 
          Tutti i modelli hanno il guscio posteriore dei sedili e la parte
          interna dei fanali anteriori verniciati del colore della carrozzeria.
          Sono completamente rivestiti in pelle il volante, i sedili, il pomello
          del cambio, i pannelli laterali, il cruscotto ed il porta oggetti
          centrale. 
           
          
 Tra i vari modelli
          prodotti ce ne sono alcuni che già oggi sono considerati dei veri e
          propri pezzi da collezione. Infatti la produzione, che contava un
          totale di 6 colori per l'esterno e 4 colori per l'interno, ha dato
          alla luce degli esemplari unici: una sola vettura rossa ed una sola
          vettura blu con l'interno in pelle rossa, oltre a solamente 2
          esemplari viola con l'interno crema. 
           
          
 A rendere ancora più
          particolare e ricercata una vettura come la Z1 ci ha pensato ALPINA,
          da sempre elaboratore specializzato sui modelli BMW, creando 66
          esemplari denominati ALPINA Z1 RLE ( Roadster Limited Edition): motore
          potenziato, interni personalizzati, cerchi più grandi e alcune
          modifiche su piccoli dettagli. In questo modo, per una macchina
          destinata ad essere comunque esclusiva, è stata creata una ulteriore
          serie in edizione limitata. Esattamente la metà di queste vetture
          furono commercializzate dalla casa direttamente in Giappone, l'altra
          metà invece fu venduta sul mercato tedesco. 
           
          
 Chiaramente il
          maggior numero di vetture è stato venduto in Germania, ma in seconda
          posizione si è piazzata l'Italia, con circa il 6% della produzione
          totale. Successivamente c'è la Francia seguita da tutti gli altri
          paesi europei. Nessun modello è stato esportato negli Stati Uniti per
          problemi legati alle loro regole di omologazione, solamente negli
          ultimi anni ne sono state importate alcune, ma si possono veramente
          contare sulle dita delle mani. 
           
          
  
             
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